Sul sito del
Partito Comunista guidato da Marco Rizzo è uscito due giorni fa - domenica 7
giugno 2015 - un post dal titolo "Regole per uso facebook ed ogni altro social-network.". Leggendo le
direttive date dal partito - in quello che si potrebbe definire un vero e
proprio Manifesto 2.0 - viene da riflettere a proposito della libertà
d'espressione che tanto dovrebbe essere cara ad un partito di (estrema)
sinistra. Il post esordisce così:
"La natura
dei social-network spinge oggettivamente all’individualismo e alle peggiori
performance di protagonismo. Serve quindi regolamentare il loro uso, seguendo
le ispirazioni della dottrina leninista dell’organizzazione. Le
discussioni politiche vanno fatte dentro le strutture del Partito. I
pareri e le elaborazioni dei singoli compagni andranno ad arricchire la linea
elaborata collettivamente"
Sostanzialmente
non si può esprimere un parere personale sui social a meno che esso non sia
approvato dall'apparato. Una concezione alquanto ideologica di politica e di
partito che rimanda - con le dovute misure - ad un totalitarismo partitico che
non ammetteva idee diverse perché difficilmente controllabili: una sorta
di "tutti uniti, tutti insieme, tutti compatti" nel quale dialogo,
confronto interno e pluralismo vengono meno, schiavi dell'ideologia del
pensiero unico. Tanto da dover dare anche la propria password alla Direzione Centrale, alla faccia della libertà e della privacy.
Queste le
direttive approvate all’unanimità al CC del 6 maggio 2015:
1) È fatto
assoluto divieto a ogni iscritto al Partito (tanto più se dirigente) a fare
considerazioni e analisi politiche generali autonome.
2) Queste
spettano solo all’account nazionale, a quello del segretario generale, a quello
del Ful e del Fronte della Gioventù Comunista.
3) È inoltre
vietato ‘taggare’ altri membri del Partito sempre su questioni politiche,
storiche, filosofiche e culturali.
4) È invece
auspicabile che i membri del Partito e del CC promuovano, condividano e
tagghino i post degli organi nazionali.
5) È fatto
assoluto divieto ad usare bandiere o simboli del Partito nell’immagine del
proprio account personale. Le bandiere ed i simboli del Partito sono
esclusivamente rappresentate negli account di Partito ad ogni livello (da
quello centrale sino a quello di cellula).
6) Le
stesse modalità di comportamento spettano, a cascata, per i militanti e
dirigenti a livello regionale e di federazione.
7) Tutti gli
account di Partito (da quelli regionali a quelli della singola cellula) devono
comunicare riservatamente alla Direzione Centrale (nella persona del
Coordinatore) la password.
8) La
pubblicazione di fotografie e filmati di manifestazioni del Partito devono
esser improntate alla massima efficacia propagandistica e consapevolezza
politica dell’evento.
9) Qualunque
violazione verrà da ora in poi deferita alla CCCG.
Regole che tra l'altro poco hanno a che fare con la natura dei social network, il cui fine è quello di creare una rete di opinioni differenti nella quale ognuno è libero di esprimere le proprie idee rendendole disponibili agli altri utenti. Magari leggersi qualcosa di Orwell non farebbe male...
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