martedì 9 giugno 2015

COMUNISMO 2.0

Sul sito del Partito Comunista guidato da Marco Rizzo è uscito due giorni fa - domenica 7 giugno 2015 - un post dal titolo "Regole per uso facebook ed ogni altro social-network.". Leggendo le direttive date dal partito - in quello che si potrebbe definire un vero e proprio Manifesto 2.0 - viene da riflettere a proposito della libertà d'espressione che tanto dovrebbe essere cara ad un partito di (estrema) sinistra. Il post esordisce così: 

"La natura dei social-network spinge oggettivamente all’individualismo e alle peggiori performance di protagonismo. Serve quindi regolamentare il loro uso, seguendo le ispirazioni della dottrina leninista dell’organizzazione. Le discussioni  politiche vanno fatte dentro le strutture del Partito. I pareri e le elaborazioni dei singoli compagni andranno ad arricchire la linea elaborata collettivamente" 



Sostanzialmente non si può esprimere un parere personale sui social a meno che esso non sia approvato dall'apparato. Una concezione alquanto ideologica di politica e di partito che rimanda - con le dovute misure - ad un totalitarismo partitico che non ammetteva idee diverse perché difficilmente controllabili: una sorta di "tutti uniti, tutti insieme, tutti compatti" nel quale dialogo, confronto interno e pluralismo vengono meno, schiavi dell'ideologia del pensiero unico. Tanto da dover dare anche la propria password alla Direzione Centrale, alla faccia della libertà e della privacy. 

Queste le direttive approvate all’unanimità al CC del 6 maggio 2015: 

1) È fatto assoluto divieto a ogni iscritto al Partito (tanto più se dirigente) a fare considerazioni e analisi politiche generali autonome.
2) Queste spettano solo all’account nazionale, a quello del segretario generale, a quello del Ful e del Fronte della Gioventù Comunista.
3) È inoltre vietato ‘taggare’ altri membri del Partito sempre su questioni politiche, storiche, filosofiche e culturali.
4) È invece auspicabile che i membri del Partito e del CC promuovano, condividano e tagghino i post degli organi nazionali.
5) È fatto assoluto divieto ad usare bandiere o simboli del Partito nell’immagine del proprio account personale. Le bandiere ed i simboli del Partito sono esclusivamente rappresentate negli account di Partito ad ogni livello (da quello centrale sino a quello di cellula).
 6) Le stesse modalità di comportamento spettano, a cascata, per i militanti e dirigenti a livello regionale e di federazione.
7) Tutti gli account di Partito (da quelli regionali a quelli della singola cellula) devono comunicare riservatamente alla Direzione Centrale (nella persona del Coordinatore) la password.
8) La pubblicazione di fotografie e filmati di manifestazioni del Partito devono esser improntate alla massima efficacia propagandistica e consapevolezza politica dell’evento.

9) Qualunque violazione verrà da ora in poi deferita alla CCCG.

Regole che tra l'altro poco hanno a che fare con la natura dei social network, il cui fine è quello di creare una rete di opinioni differenti nella quale ognuno è libero di esprimere le proprie idee rendendole disponibili agli altri utenti. Magari leggersi qualcosa di Orwell non farebbe male...  

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