domenica 17 giugno 2018

MIGRANTI, QUANDO CI DIMENTICHIAMO DELL'UMANITÀ

Tre anni fa, era il maggio del 2015, scrivevo questo breve saggio dal titolo "Il male dell'intolleranza". Lo ricordo non tanto perché piacque e fu premiato, ma perché spesso, quando guardo le notizie d'attualità, mi rendo conto di quanto la nostra società sia intrisa di un odio latente. 

Latente perché, salvo alcuni casi estremi che non voglio prendere ad esempio generalizzando, viviamo in una costante paura alla continua ricerca di qualcuno o qualcosa con cui prendercela. La politica e i politici per le cose che non vanno e "i migranti che ci rubano il lavoro e mettono in pericolo la nostra sicurezza" sono ultimamente i due dibattiti per eccellenza in questo senso. 

Nel primo caso, un forte sentimento di ribellione e ostilità verso la classe politica ha legittimato l'ondata populista che ha portato al governo penta-leghista guidato da Di Maio e Salvini (del povero professor Conte messo lì come un burattino strattonato a destra e a sinistra parleremo un'altra volta magari). Il secondo caso è invece il più recente, quello della cronaca degli ultimi dieci giorni. Che, in fin dei conti, è conseguenza ed espressione di un governo che non nasconde di far leva sulla paura e gli stereotipi della gente. 

La questione è ormai nota: il neo Ministro dell'Interno Matteo Salvini, d'accordo con il neo Ministro delle Infrastrutture Toninelli, ha impedito lo sbarco in Italia della nave Aquarius, con a bordo oltre 600 migranti salvati in mare. Nave che, dopo il tira e molla fra Italie e Malta, è arrivata oggi a Valencia, con l'aiuto della nave Dattilo della Guardia Costiera e di una nave della Marina Militare. Per i dettagli della vicenda leggete qui e qui





Come previsto e inevitabile, si sono create due fazioni contrapposte: chi si è indignato per il trattamento riservato ai migranti (fra i quali il sottoscritto) e chi ha detto "bravo Salvini, è ora che la smettano di invadere il nostro Paese". Detto che gli estremi non sono mai (completamente) un bene e che la verità è fatta di un incontro/confronto di idee, ciò che mi spaventa è come per alcuni possa essere facile pensare che tutte quelle persone ammassate in sovrannumero su una nave potessero essere per forza dei criminali pronti ad invadere e razziare il nostro Paese. 

E, ammesso e non concesso che in mezzo a quella gente ci fosse stato qualcuno in buona fede, beh, pace: si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. È chiaro che l'operato di Salvini ha portato acqua al mulino leghista e a quello di Fratelli d'Italia, che con l'hashtag #portichiusi altro non voleva dire che #primagliitaliani, sul quale hanno costruito il loro consenso in campagna elettorale. A maggior ragione se nel mentre erano in corso le elezioni amministrative in alcuni comuni d'Italia. 



La nave Aquarius (Photo Credit @SOSMedItalia


Il ruolo grillino in tutta questa vicenda è diciamo di contorno, visto che il Ministro Toninelli altro non ha ricoperto che l'ombra del collega Matteo. Ma d'altronde anche qui, il M5S non ha mai espresso una posizione chiara sulla situazione migranti e ancora una volta dimostra di vivere di opportunismo. 

Abbastanza deplorevole è invece la strumentalizzazione della frase pronunciata da Benedetto XVI nel messaggio per la 99esima giornata Mondiale del migrante e del rifugiato del 2012. "Anche non emigrare è un diritto umano" è un'espressione inappropriatamente utilizzata se mal estrapolata dal suo contesto, che potete ben leggere in questo articolo di Vatican Insider - La Stampa. Certo, non lo si nasconde, siamo d'accordo sul fatto che l'Europa debba necessariamente migliorare condizioni e modalità della regolamentazione dei flussi migratori. 





Questo però, non a discapito dell'umanità. La storia dovrebbe ricordarcelo ogni giorno.