lunedì 29 maggio 2017

GRAZIE FRANCÈ, ULTIMO DI POCHI ROMANTICI COL PALLONE FRA I PIEDI

Francesco Totti è sempre stato uno di quei pochi calciatori che ho sempre cercato di comprare al Fantacalcio. Forse per avere la scusa di guardarlo giocare e godere di più ad ogni sua giocata, fosse essa un assist, un gol, un colpo di tacco.


Photo Credit: Il Messaggero

Da tifoso interista ricordo un gol in particolare di Totti. Era il 26 ottobre 2005 e l'Inter ospitava la Roma di Spalletti a San Siro. È il 28' del primo tempo e l'Inter sta perdendo per 1 a 0, gol di Vincenzo Montella al 12'. I nerazzurri attaccano per pareggiare i conti ma perdono palla a metà campo. Totti prende palla, supera Cambiasso, resiste a una scivolata di Ze Maria e si invola verso la porta. Materazzi esce dalla linea difensiva per andargli incontro, ma conosce troppo bene il 10 della Roma per non sapere che molto probabilmente verrà superato. Allora temporeggia, cercando di coprirgli lo specchio della porta. Totti è al limite dell'area, si sposta la palla di esterno destro e guarda Julio Cesar. È leggermente fuori dai pali. Inutile che continui a spiegare come andò a finire quell'azione.




Photo Credit: C'era una volta il calcio
Di pallonetti in carriera Totti ne ha segnati tanti, ma quando a subire un gol del genere è la tua squadra e tu ti alzi in piedi ad applaudire - anche se sei parecchio incazzato - si spiega da sé chi è stato Francesco Totti per il calcio. Estro, classe, genialità, tecnica, fantasia. Ma anche cuore e passione. Sì, perché indossare la stessa maglia per più di 25 anni rinunciando a vincere molti più trofei altrove è qualcosa che non vedremo forse mai più.



Già, con Francesco Totti si chiude una generazione di bandiere. Una generazione di giocatori innamorati di una maglia a qualsiasi costo, nel bene e nel male. Prima di lui Maldini, Del Piero, e Zanetti l'hanno preceduto sulla strada degli addii eccelsi, facendo capire a chi ha goduto delle loro giocate quanto fosse bello guardare le partite di calcio e sognare, anche da grandi, di giocare a imitarle - anche se solo su un campetto da calcetto. 



Alle lacrime di Totti di ieri, di fronte a un Olimpico strapieno, non si sono unite solo quelle dei tifosi giallorossi, che di Francesco hanno fatto l'ottavo Re di Roma. Ieri, di fronte a quelle parole interrotte dalla commozione di un quarantenne che mette da parte il suo giocattolo preferito - il pallone, a piangere sono stati i tifosi di qualsiasi colore. Gli amanti del calcio.


Photo Credit: Repubblica.it
Ed è proprio quando un giocatore così lascia e saluta che ti rendi davvero conto di essere cresciuto guardando alla televisione la generazione di Totti, Baggio, Del Piero, Ronaldo, Zanetti, Maldini, Cannavaro, Nesta, Vieri, Inzaghi e ci fermiamo qui ché la lista è lunga. Leggi i loro nomi e li senti come se fossero stati gli amici che ti hanno accompagnato ogni volta che guardavi o toccavi un pallone. Quei giocatori che ti hanno fatto esultare, piangere e incazzare, facendoti amare e odiare, allo stesso tempo, il calcio. 


Qualcosa che oggi questo sport non riesce più a trasmettere come prima. O forse è solo che sono troppo affezionato a quella generazione di campioni. Una generazione che ha ammainato la sua ultima bandiera ieri, in un fiume dove ogni lacrima ricordava e celebrava un gol, un assist, un colpo di tacco, un cucchiaio. 

Photo Credit: La Mescolanza

Grazie Francé, ultimo di pochi romantici col pallone fra i piedi.