lunedì 18 maggio 2015

LA BUONA SCUOLA DI MATTEO RENZI

Nell'ultima settimana ha tenuto banco il dibattito sulla riforma della scuola proposta dal governo Renzi. Molte sono state le proteste dei sindacati, che non ritengono la riforma scolastica all'altezza delle esigenze degli insegnanti, in particolar modo per quanto riguarda precari, supplenti e non di ruolo. Molte sono state anche le critiche mosse al merito della riforma, dalle prove Invalsi all’entità dei finanziamenti alle scuole pubbliche e private, dalla suddivisione delle ore dedicate alle diverse materie fino al ruolo "manageriale" dei presidi. 

Qui di seguito i 12 punti della riforma - denominata "La Buona Scuola" -  presentati dal governo: 


1. MAI PIÙ PRECARI NELLA SCUOLA: 
Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie ad Esaurimento. 


2. DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO:
40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

3. BASTA SUPPLENZE:
Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.

4. LA SCUOLA FA CARRIERA: QUALITÀ, VALUTAZIONE E MERITO:
Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof. su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al migliora- mento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.

5. LA SCUOLA SI AGGIORNA: FORMAZIONE E INNOVAZIONE:
Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari. Per valorizzare i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi.

6. SCUOLA DI VETRO: DATI E PROFILI ONLINE:
Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

7. SBLOCCA SCUOLA:
Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.

8. LA SCUOLA DIGITALE:
Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

9. CULTURA IN CORPORE SANO:
Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scom- mettere sui punti di forza dell’Italia.

10. LE NUOVE ALFABETIZZAZIONI:
Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze di- gitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano “Digital Makers” nella secondaria. Diffusione dello studio dei principi dell’E- conomia in tutte le secondarie.

11. FONDATA SUL LAVORO:
Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

12. LA SCUOLA PER TUTTI, TUTTI PER LA SCUOLA:

Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche. 

Questo invece il video attraverso il quale Renzi ha presentato la riforma, sintetizzandola in 5 punti: 
Photo Credit: YouTube, Palazzo Chigi


1.ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO:
Su questo punto Renzi ha sottolineato il 44% di disoccupazione giovanile, dato fra i peggiori in Europa e per questo l'urgenza numero uno. 

2.CULTURA UMANISTA:
Obiettivo della riforma è quello di puntare sulle materie umanistiche, dalle materie classiche alla storia dell'arte, dalla musica alle lingue. Su questo punto Renzi è stato molto attaccato, sia per quanto riguarda il porre le materie scientifiche in secondo piano, sia per quanto riguarda l'utilizzo del termine errato "umanista" invece del termine corretto "umanistica": una gaffe che ha posto fatto piovere sul premier molti attacchi mediatici e ironie dal mondo del web.

3. PIÙ SOLDI PER GLI INSEGNANTI:
La lotta al precariato e le assunzioni sono il cavallo di battaglia della riforma, con 500 € annuali in più per tutti gli insegnanti e 200 milioni di € da distribuire in base al merito. Quest'ultimo punto è stato molto criticato ma altrettanto difeso dal premier. 

4. AUTONOMIA: 
Secondo la riforma ogni scuola deve avere la possibilità di gestire autonomamente le proprie funzionalità in base alle sue esigenze, le quali si differenziano in base al territorio di appartenenza. Ciò porterebbe ad un maggior potere dei presidi, i quali diverrebbero quasi dei manager: aspetto non gradito da molti, i quali vedono il rischio di una sorta di "anarchia" nelle dinamiche decisionali.

5. CONTINUITÀ:
In questo senso il governo vuole dare continuità all'ambito scolastico con 100mila assunzioni in grado di ridurre il precariato fra gli insegnanti. 




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