Ieri, 1° maggio, la classica festa dei lavoratori aveva come compagna l'apertura dell'Expo, l'esposizione universale sul cibo e la nutrizione che farà da regina alla città di Milano fino ad ottobre. La sera del 30 aprile in Piazza Duomo si era tenuta la serata di presentazione e di inaugurazione, condotta da Paolo Bonolis e da Antonella Clerici e con ospiti di eccellenza come Andrea Bocelli, impreziosita dall'accensione dell'Albero della Vita, punto di forza del Padiglione Italia e tocco di spettacolarità dell'evento, oltre che simbolo rappresentativo della tematica dell'Expo, ossia il cibo, la nutrizione e la salute.
Molte le aspettative sull'evento, che coinvolgerà tutto il mondo cercando di mettere in evidenza le potenzialità dei diversi Paesi ma anche le problematiche che affliggono molte popolazioni, dalla fame alla malnutrizione fino alle malattie e alle patologie legate al cibo. Molti gli ambasciatori dell'evento, da Joe Bastianich ad Andrea Bocelli, da Franco Baresi ad Antonio Cabrini, da Gianluigi Buffon a Javier Zanetti, da Andrea Illy a Massimo Bottura, da Renzo Arbore a Ornella Muti: personaggi diversi appartenenti a mondi diversi, ma con l'obiettivo di promuovere e sensibilizzare la società attraverso il loro ruolo. Molti i padiglioni, espressioni di culture diverse e modi diversi di intendere il mondo ma espressione di un unicum comune, la vita, da valorizzare a prescindere dalle differenze sociali e culturali.
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Nelle scorse ore sul web e nei telegiornali è circolato il video di un ragazzo, un manifestante che ieri è stato protagonista degli scontri, nel quale dichiarava come schierarsi fra i NO EXPO spaccando tutto fosse "giusto" e una "bella esperienza". In questi casi di solito si dice di non dare spazio mediatico a questi individui per non fargli pubblicità, per non compiacerli e non esaltarli. Vero. Scelgo però di postare il video, perché la violenza e l'ignoranza sono mali che non vanno nascosti e di fronte ai quali non ci si deve girare dall'altra parte: bisogna guardarli in faccia e prenderne coscienza per rendersi conto del mondo in cui viviamo. Anche se spesso fa male.
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