lunedì 9 febbraio 2015

LA LEGA E IL MERIDIONALE: DA TERÙN A ELETTORE

Matteo Salvini, leader della Lega Nord, ieri si trovava in Sicilia, a Palermo, per incontrare i sostenitori di Con Salvini, il movimento per il Sud nato per dare supporto alla Lega anche nel Meridione. Come era lecito aspettarsi però, la sua visita non è stata gradita da tutti i palermitani. Numerose sono state infatti le contestazioni, con tanto di lancio di uova contro il leader leghista, slogan, cartelli e cori come "Lega ladrona", "I leghisti aiutamoli a casa loro", "Je Suis Terùn" e "Valigia di cartone fa rima con terrone", riprendendo i tipici motti leghisti contro i meridionali. 
Salvini si è difeso, mostrando la felpa con la scritta Sicilia e chiedendo scusa "se abbiamo avuto toni eccessivi in questi anni con il Sud e i meridionali", sottolineando come allo stesso tempo ci siano molti siciliani che la pensano come la Lega in tema di corruzione, mafia e immigrazione. Il leader della Lega si è lasciato anche andare a qualche elogio alla Sicilia, come si evince dalla dichiarazione sui cannoli, "che a Milano non sono come quelli della Sicilia".
In sostanza, come è naturale che sia, Salvini sta cercando di far dimenticare la crociata leghista contro il Meridione, che aveva nell'ex leader Umberto Bossi il più convinto sostenitore. "Roma ladrona" e "Dal Po in giù l'Italia non c'è più" erano i cavalli di battaglia di Bossi, che più volte in passato non aveva perso occasione per dipingere i meridionali come dei nullafacenti che rubano il lavoro a quelli del nord. Se prima il nemico erano i meridionali, oggi il capro espiatorio sono gli immigrati. Oggi sono loro a rubare il lavoro a quelli del nord, anzi, agli italiani. Perché per Salvini non c'è più il Nord contro il Sud, ma l'Italia contro gli stranieri. Con Salvini anche i meridionali sono degli elettori, e
come tali devono essere trattati.
Ecco spiegata la sua discesa al Sud, da molti interpretata come semplice e pura campagna elettorale. Apertura al Sud peraltro per niente gradita a Bossi, che lo scorso dicembre aveva invitato lo stesso Salvini a farsi un partito suo, lasciando la Lega ai leghisti. 
Insomma, ecco, in una generazione, la trasformazione del meridionale: da terùn che ruba il lavoro a cittadino elettore da tener buono con elogi sui cannoli. 

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