lunedì 21 dicembre 2015

CONTRABBANDO E TELEVISIONE: LA "COMPONENDA" RACCONTATA DA CAMILLERI



Immagine: Sellerio

Se pensi a Camilleri pensi al commissario Montalbano e se pensi al commissario Montalbano pensi a Camilleri. Ma Andrea Camilleri non è solo l'inventore di un personaggio popolare che tanto bene incarna la Sicilia e il fascino del Meridione e delle sue usanze: Camilleri è anche un pozzo di conoscenze e uno scrittore che, qualunque cosa racconti, ti tiene incollato alle pagine che magistralmente riempie. E allora può essere che ti ritrovi a sfogliare un piccolo saggio, La bolla di componenda, nel quale aneddoti e storie raccontano una realtà spesso triste per la nostra amata Italia: quella del compromesso, del tacito accordo, dell'interesse nascosto, del patto fra gentiluomini (volendoli così chiamare). 

Eccone un piccolo esempio, una storia che Camilleri racconta all'inizio del saggio, il cui protagonista è Giorgio Vecchietti, allora direttore del TG2. 

<<Come saprai (riferendosi a Camilleri, ndr), per un certo periodo sono stato direttore del telegiornale della seconda rete, di area laica. Il mio proposito era di fare un giornale più mosso e vivo rispetto a quello della prima rete, che era accademicamente governativo. Così, cominciai col togliere di mezzo quei servizi che mi parevano minori e di nessun interesse nazionale. Abolii, per esempio, quelli che si riferivano al "taglio del nastro", oppure alla "posa della prima pietra". Cioè a dire: minuti preziosi del notiziario venivano dedicati a un sottosegretario che posava la prima pietra dell'erigendo canile municipale a Piovasco di Sotto o a un onorevole di riguardo che tagliava il nastro di una nuova mulattiera tra Pantano e Pozzanghera, ridenti paesini delle montagne friulane. Erano chiaramente servizi sollecitati dal politico locale per esaltarne l'immagine o per scopi puramente elettorali. Ebbi qualche rimostranza ma la cosa finì lì. Un altro tipo di servizio che abolii era quello che si poteva intitolare "Brillante operazione della Guardia di Finanza". La sequenza visiva era sempre la stessa: una motovedetta della Guardia di Finanza si accostava a un natante, nave o peschereccio che fosse, i militi andavano all'arrembaggio, dalla stiva cominciavano ad emergere casse di sigarette di contrabbando, sempre e curiosamente della stessa marca (ma questo lo visualizzai dopo l'incontro che sto per dirti) che venivano poste sotto sequestro. Qui non potevano esserci rimostranze e infatti non ce ne furono: i servizi tranquillamente sparirono. Qualche tempo dopo mi stavo dirigendo a piedi verso casa nei pressi del Pantheon, era un mite ottobre romano che proprio invogliava alla passeggiata. Stavo percorrendo una via molto stretta quando dietro di me lampeggiarono i fari di un'auto. Credendo che volesse strada, mi accostai al muro. Invece, arrivata alla mia altezza, l'auto, una macchina di gran lusso, si fermò dolcemente, vidi aprirsi lo sportello posteriore e sentii una voce civilissima e suadente invitarmi:
"Dottor Vecchietti, mi permette di accompagnarla a casa?"
Mi sembrò scortese rifiutare. Montai e la macchina si mosse lentamente. Dentro aleggiava l'odore di una raffinata colonia, le fodere erano di cuoio autentico. Pur con la poca luce, mi resi conto di non aver mai visto prima l'uomo che mi sedeva accanto. 
"Ci conosciamo?" domandai.
"Lei non mi conosce. Io invece la conosco di fama".
"Oddio, di fama!" mi schermii.
Ci fu una pausa brevissima. Poi quel sessantenne urbano e distinto venne al dunque. 
"Il nostro incontro non è dovuto al caso. L'ho fatta seguire dal mio autista fin dal momento in cui è uscito dall'ufficio. E non era mia intenzione disturbarla né a casa né al suo posto di lavoro. Avrei da sottoporre un piccolo problema alla sua squisita cortesia".
Non mi stava chiedendo un favore. Agiva da inglese come inglese era la stoffa del suo vestito. Proseguì senza darmi il tempo di un commento. 
"Lei ha dato ordine ai suoi redattori di non effettuare né trasmettere servizi dedicati all'eliminazione del contrabbando di sigarette. Vorrei farle capire come questa sua disposizione finisca col ledere precisi interessi".
"Lei appartiene alla Guardia di Finanza?" sbottai, alquanto irritato.
Il signore mi guardò stupito.
"Io? No, lei è del tutto fuori strada. Cercherò di spiegarmi meglio che posso. Dunque, il Comando della Guardia di Finanza di, mettiamo, Barletta, riceve una soffiata come si dice in gergo, una segnalazione anonima. Però così circostanziata da essere degna di fede. In una data precisa, alle ore ics di notte, a tante miglia dalla costa, una nave contrabbandiera sarà in attesa di mezzi di trasbordo della merce. Contemporaneamente con lo stesso sistema viene avvertito il corrispondente locale del telegiornale, il quale tanto si mette a brigare che alla fine vien fatto salire a bordo di una motovedetta. Anche lui deve fare il suo mestiere, no? L'operazione ha successo, il tutto viene filmato e trasmesso. E così ognuno ha avuto il suo tornaconto. Mi sono spiegato?"
"Lei si sarà spiegato benissimo" ribattei "ma io non ho capito niente lo stesso".
Paziente, sempre sorridente, il signore ripigliò a parlare. 
"Mi segua con attenzione, per favore. Per merito della cosiddetta brillante operazione, le guardie impegnate ricevono elogi, encomi e promozioni. Soddisfatti, riposano un poco sugli allori, quel tanto che basta perché il contrabbando possa, in quella zona, continuare indisturbato. È chiaro, ora?".
"Chiarissimo. A rimetterci è solamente la società che produce sigarette".
Il signore si permise una risatina educata.
"Sta scherzando, vero? L'operatore televisivo ha filmato casse che, contenendo merce di contrabbando, dovrebbero essere rigorosamente anonime. Invece, guarda caso, su ogni cassa c'è stampata, a caratteri cubitali, la marca delle sigarette. Quando quelle immagini passano in televisione, equivalgono, egregio amico, esattamente alla spesa che si sarebbe dovuto sostenere per un carosello pubblicitario". 
Rimasi senza parole. Eravamo intanto arrivati nella strada dove avevo casa. 
"Io abito al numero..." cominciai. 
"Lo sappiamo" disse il signore stringendo calorosamente fra le sue la mia mano. "Ci rifletta, dottor Vecchietti. Non spezzi un equilibrio, non rompa una componenda faticosamente raggiunta".
"Componenda?".
"Sì, un patto non scritto, un gentleman's agreement".
Ero arrivato, scesi. >>

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