Con
queste parole Laurent
Fabius, presidente della COP21 -
la 21esima conferenza sul clima della Nazioni Unite tenutasi a Parigi
dal 30 novembre al 12 dicembre - ha annunciato il raggiungimento di
un accordo fra i leader di 195 Paesi dopo 13 giorni di negoziati. Un
accordo per niente scontato e da molti definito "storico"
per i contenuti importanti e anche per il valore giuridicamente
vincolante.
Ecco
cosa prevede in sintesi l'accordo, il cui testo integrale - tradotto
in sei lingue - si può trovare qui.
-
Il punto più importante è sicuramente quello di mantenere
l'aumento di temperatura inferiore ai 2 gradi, con l'impegno a
cercare di compiere sforzi per arrivare entro 1,5 gradi.
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L'obiettivo è quindi quello di controllare il riscaldamento
globale, ossia l'aumento della temperatura media annua dell'aria
sulla superficie del pianeta.
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Di conseguenza altro punto fondamentale è l'impegno a non
aumentare le emissioni di gas serra raggiungendo nella
seconda metà del secolo il riassorbimento naturale dei nuovi gas
serra prodotti.
- Per
fare ciò in maniera costante è stato poi deciso di controllare
eventuali progressi ogni 5 anni tramite nuove Conferenze.
-
Infine stanziare 100 miliardi di dollari ogni anno ai Paesi
più poveri al fine di permettere loro di sviluppare fonti
di energia meno inquinanti.
Un
accordo che non riguarda solo dinamiche ambientali e legate
all'inquinamento ma anche sociali: numerosi sono infatti gli
impatti sociali legati al cambiamento climatico, come ad esempio
le migrazioni. Molte sono infatti le problematiche: disastri
ambientali, salute, sicurezza alimentare, disponibilità d'acqua,
conflitti e inabilità di zone colpite dall'innalzamento delle
acque.
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