Germania vs Argentina: 0
a 0. Come per gli altri turni eliminatori durante i Mondiali in
Brasile anche la finale del torneo si decide ai supplementari. Il
pareggio sembra essere l'esito della sfida, ma Goetze al 113'
trafigge Romero regalando la Coppa del Mondo alla Germania, con tanto
di esultanza della cancelliera Merkel in tribuna (e poi negli
spogliatoi). Una Germania forte e straripante a tratti (chiedere al
povero Brasile, spazzato via con un 7 a 1 eclatante), la quale ha
dimostrato di essere superiore alle altre “grandi” del calcio.
Una Germania che ci raggiunge a quota 4 Mondiali nell'albo d'oro, uno
in meno del Brasile, il quale esce da questa competizione
psicologicamente distrutto. Un Mondiale che doveva essere vinto dalla
squadra di Scolari, dopo le innumerevoli proteste per le spese
sostenute dal governo nell'organizzazione della competizione
(proteste già cominciate l'anno scorso durante la Confederations
Cup), sfociate in scioperi dei mezzi pubblici, tafferugli e
boicottaggi: la vittoria non era solo una questione sportiva e di
prestigio, ma anche e soprattutto una questione politica, sociale e
purtroppo, di ordine pubblico (non a caso dopo la sconfitta in
semifinale non sono mancati gli scontri). Un esito che purtroppo era
prevedibile, data la qualità scarsa della rosa del Brasile, la
quale, paradossalmente, spiccava di più nel reparto difensivo che in
quello offensivo, grazie ai vari Julio Cesar, Thiago Silva, David
Luiz, Marcelo, Maicon e Dani Alves. Eppure è bastata la squalifica
di Thiago Silva per far crollare il reparto difensivo contro la
Germania. Un Brasile scarso, il quale non è riuscito ancora a
sostituire degnamente la generazione di grandi campioni che gli hanno
permesso di vincere i Mondiali del 2002 in Corea e Giappone: Ronaldo,
Rivaldo, Ronaldinho, Emerson, Roberto Carlos, Cafù, giusto per
citarne alcuni, oggi sostituiti da Bernard, Fred, Jo e Hulk. Un
Brasile aggrappato a Neymar, giocatore di grande talento ma forse
considerato un fenomeno troppo presto, quasi fosse un dio, tanto da
attaccare mediaticamente il colombiano Zuniga, colpevole, secondo i
brasiliani, di aver deliberatamente abbattuto il giocatore del
Barcellona: in realtà un semplice fallo, non cattivo, è stato
ingigantito più del dovuto, quando a parti inverse, niente di tutto
ciò sarebbe accaduto. È stato un Mondiale strano, che probabilmente
non ha entusiasmato molto: è forse il segno che il calcio sta
diventando sempre meno uno sport e sempre più una questione di
soldi, marketing e pubblicità; insomma, sempre meno gioco e sempre
più apparenza e fronzoli. Abbiamo visto per la prima volta lo spry col quale
l'arbitro segnava la posizione del punto di battuta delle punizioni e
il limite delle barriere, snaturando forse quello che è il bello del
calcio: astuzia, strategia e un po' di malizia. Abbiamo visto per la
prima volta la moviola in campo, in occasione del secondo gol della
Francia contro l'Honduras, dove le immagini hanno confermato che la
palla aveva oltrepassato la linea, con tanto di proiezione sui
maxischermi dello stadio: in questo caso un fatto positivo, dopo la
clamorosa svista in occasione della sfida Inghilterra vs Germania ai
Mondiali del 2010, quando la terna arbitrale si perse clamorosamente
un evidente gol di Lampard. É stato un Mondiale strano e
sorprendente, con le clamorose e inaspettate qualificazioni agli
ottavi di Costa Rica e Grecia, con le entusiasmanti prestazioni di
Messico, Colombia e Cile, ma soprattutto con le deludenti
eliminazioni di Italia, Spagna e Inghilterra. Ovviamente non si può
non ricordare che uno degli eventi più sorprendenti è stato
sicuramente il morso di Suarez a Chiellini, il quale gli è costato
una bella squalifica data la sua recidività (ah, sorge spontaneo
chiedersi: perché nessuna moviola in campo in questo caso?). Ma è stato
anche un Mondiale con delle note positive, come il record di gol
totali nella competizione del tedesco Klose (16, contro i 15 del
Fenomeno Ronaldo), l'esplosione del talentuoso James Rodriguez,
fantasista colombiano del Monaco, e la sorpresa Belgio, Nazionale
piena di giovani talenti. Insomma, è stato un Mondiale nel quale è
successo di tutto e di più, ma nel quale pochi si sono divertiti per
davvero, a parte i tedeschi che oltre a dettar legge economicamente e
politicamente, ora la dettano pure calcisticamente, grazie ad un
campionato nazionale fatto di squadre sane nei conti, con stadi di proprietà
sempre pieni e impianti all'avanguardia. La Germania, a differenza
dell'Italia, è l'esempio di un Paese che ha saputo investire nel
calcio. E intanto la Merkel balla, canta ed esulta coi giocatori,
mentre il resto del mondo torna a casa a testa bassa.
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