mercoledì 16 luglio 2014

UN MONDIALE STRANO


Germania vs Argentina: 0 a 0. Come per gli altri turni eliminatori durante i Mondiali in Brasile anche la finale del torneo si decide ai supplementari. Il pareggio sembra essere l'esito della sfida, ma Goetze al 113' trafigge Romero regalando la Coppa del Mondo alla Germania, con tanto di esultanza della cancelliera Merkel in tribuna (e poi negli spogliatoi). Una Germania forte e straripante a tratti (chiedere al povero Brasile, spazzato via con un 7 a 1 eclatante), la quale ha dimostrato di essere superiore alle altre “grandi” del calcio. Una Germania che ci raggiunge a quota 4 Mondiali nell'albo d'oro, uno in meno del Brasile, il quale esce da questa competizione psicologicamente distrutto. Un Mondiale che doveva essere vinto dalla squadra di Scolari, dopo le innumerevoli proteste per le spese sostenute dal governo nell'organizzazione della competizione (proteste già cominciate l'anno scorso durante la Confederations Cup), sfociate in scioperi dei mezzi pubblici, tafferugli e boicottaggi: la vittoria non era solo una questione sportiva e di prestigio, ma anche e soprattutto una questione politica, sociale e purtroppo, di ordine pubblico (non a caso dopo la sconfitta in semifinale non sono mancati gli scontri). Un esito che purtroppo era prevedibile, data la qualità scarsa della rosa del Brasile, la quale, paradossalmente, spiccava di più nel reparto difensivo che in quello offensivo, grazie ai vari Julio Cesar, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo, Maicon e Dani Alves. Eppure è bastata la squalifica di Thiago Silva per far crollare il reparto difensivo contro la Germania. Un Brasile scarso, il quale non è riuscito ancora a sostituire degnamente la generazione di grandi campioni che gli hanno permesso di vincere i Mondiali del 2002 in Corea e Giappone: Ronaldo, Rivaldo, Ronaldinho, Emerson, Roberto Carlos, Cafù, giusto per citarne alcuni, oggi sostituiti da Bernard, Fred, Jo e Hulk. Un Brasile aggrappato a Neymar, giocatore di grande talento ma forse considerato un fenomeno troppo presto, quasi fosse un dio, tanto da attaccare mediaticamente il colombiano Zuniga, colpevole, secondo i brasiliani, di aver deliberatamente abbattuto il giocatore del Barcellona: in realtà un semplice fallo, non cattivo, è stato ingigantito più del dovuto, quando a parti inverse, niente di tutto ciò sarebbe accaduto. È stato un Mondiale strano, che probabilmente non ha entusiasmato molto: è forse il segno che il calcio sta diventando sempre meno uno sport e sempre più una questione di soldi, marketing e pubblicità; insomma, sempre meno gioco e sempre più apparenza e fronzoli. Abbiamo visto per la prima volta lo spry col quale l'arbitro segnava la posizione del punto di battuta delle punizioni e il limite delle barriere, snaturando forse quello che è il bello del calcio: astuzia, strategia e un po' di malizia. Abbiamo visto per la prima volta la moviola in campo, in occasione del secondo gol della Francia contro l'Honduras, dove le immagini hanno confermato che la palla aveva oltrepassato la linea, con tanto di proiezione sui maxischermi dello stadio: in questo caso un fatto positivo, dopo la clamorosa svista in occasione della sfida Inghilterra vs Germania ai Mondiali del 2010, quando la terna arbitrale si perse clamorosamente un evidente gol di Lampard. É stato un Mondiale strano e sorprendente, con le clamorose e inaspettate qualificazioni agli ottavi di Costa Rica e Grecia, con le entusiasmanti prestazioni di Messico, Colombia e Cile, ma soprattutto con le deludenti eliminazioni di Italia, Spagna e Inghilterra. Ovviamente non si può non ricordare che uno degli eventi più sorprendenti è stato sicuramente il morso di Suarez a Chiellini, il quale gli è costato una bella squalifica data la sua recidività (ah, sorge spontaneo chiedersi: perché nessuna moviola in campo in questo caso?). Ma è stato anche un Mondiale con delle note positive, come il record di gol totali nella competizione del tedesco Klose (16, contro i 15 del Fenomeno Ronaldo), l'esplosione del talentuoso James Rodriguez, fantasista colombiano del Monaco, e la sorpresa Belgio, Nazionale piena di giovani talenti. Insomma, è stato un Mondiale nel quale è successo di tutto e di più, ma nel quale pochi si sono divertiti per davvero, a parte i tedeschi che oltre a dettar legge economicamente e politicamente, ora la dettano pure calcisticamente, grazie ad un campionato nazionale fatto di squadre sane nei conti, con stadi di proprietà sempre pieni e impianti all'avanguardia. La Germania, a differenza dell'Italia, è l'esempio di un Paese che ha saputo investire nel calcio. E intanto la Merkel balla, canta ed esulta coi giocatori, mentre il resto del mondo torna a casa a testa bassa.  


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