lunedì 20 luglio 2015

ALEPPO MUORE DI SETE

Succede che alla mattina, mentre fai un po' di rassegna stampa per capire cosa c'è di nuovo - o di vecchio - nel mondo, ti imbatti in un tweet de La Stampa che dice: Aleppo muore di sete. Mescolo lo zucchero di canna nel caffè appena versato e intanto apro il link che mi rimanda all'articolo di Marco Tosatti, con la mente che subito mi fa pensare al libro di Francesca Borri, "La guerra dentro", nel quale racconta la sua esperienza da giornalista freelance impegnata a raccontare al mondo la complicata guerra siriana



Il sito de La Stampa si apre ed eccola ancora lì, quella frase: Aleppo muore di sete. Un titolo chiaro, semplice, breve e diretto che già così è un colpo al cuore. Di seguito si spiega come i ribelli di Jabat al-Nusra abbiano tagliato i rifornimenti d'acqua alla popolazione, costretta a lunghe file sotto il sole per riempire taniche e bottiglie in quei pochi punti di rifornimento ancora in funzione. Inevitabilmente subito mi viene in mente quella frase di Francesca che dice: "In Siria e nel Medio Oriente non c'è più alcuna distinzione fra combattenti e civili, anzi: i civili sono diventati un bersaglio per destabilizzare l'avversario". Quando si parla di guerra siamo abituati a pensare a carri armati, bombe, strategie militari e bombardamenti come se ad affrontarsi fossero due squadre di calcio contrapposte in una partita nella quale assiste un grande pubblico: solo che in guerra il pubblico non sta a guardare ma viene - suo malgrado - coinvolto in una partita disumana. Donne, anziani, bambini: non c'è differenza, tutti diventano obiettivo in una strategia volta a destabilizzare l'avversario, anche a costo di tagliare i rifornimenti d'acqua facendo morire innocenti non solo di fame ma anche di sete. 
Photo Credit: aiulas.org
Ti vengono in mente le storie e i nomi che Francesca racconta nel suo libro e forse un po' riesci ad immaginare la crudeltà della guerra, che non è solo armi e bombardamenti ma anche cinismo. Un cinismo che nasce da una coscienza assopita e dalla distrazione del mondo, troppo impegnato a seguire mode e sensazionalità, di fronte alle quali 4 milioni di profughi, 7,6 milioni di sfollati e migliaia di cristiani perseguitati e uccisi per il loro credo religioso non contano nulla. Nella sola Aleppo i cristiani sono passati da 250mila a 50mila in una crisi umanitaria che necessita 5,5 miliardi di dollari di aiuti, in favore di chi scappa da una guerra crudele nella quale si taglia pure l'acqua. Fortunatamente c'è anche chi la coscienza ce l'ha sveglia e vigile, aiutando come può chi è in difficoltà, come Aiulas Onlus che ha stanziato una raccolta fondi per un progetto che ha come obiettivo quello di facilitare la distribuzione a domicilio dell'acqua. Sperando che l'uomo prima o poi impari a dare più retta alla propria coscienza... 

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