lunedì 10 novembre 2014

C'ERA UNA VOLTA IL CALCIO

È domenica. Ti siedi sul divano comodo, in una giornata di pioggia battente che chiude una settimana di ombrelli e impermeabili. Accendi la tv, ti sintonizzi su Sky, pronto a goderti un pomeriggio di Diretta Gol. Il Milan ha giocato nell'anticipo con la Samp, così come il Sassuolo con l'Atalanta. L'Inter gioca nel posticipo con il Verona, così come la Roma con il Torino, poco dopo la sfida fra Fiorentina e Napoli. Il pomeriggio ti regala solo cinque partite, anzi quattro... Genoa e Cagliari hanno giocato a mezzogiorno e mezzo. Merito dei diritti televisivi e del calcio spezzatino. Iniziano le partite e vedi la Juve in maglia blu. "Ma aspetta un attimo, gioca in casa... perché la maglia blu?", ti chiedi. Quando ti rendi conto che il Parma, la squadra ospite, gioca con una maglia verde fosforescente: "E questa da dove l'hanno tirata fuori? Boh!". Poco male, Diretta Gol passa alla partita di Empoli e vedi la squadra avversaria con la maglia granata: "Ma il Torino non giocava stasera con la Roma? Ah, aspetta... è la Lazio". La Lazio con la maglia granata non te la ricordi, fai uno sforzo di memoria ma... proprio non te la ricordi. Intanto pensi all'Inter che gioca la sera... vince, non vince.. boh, di questi tempi è un mistero anche quello, ma mai quanto la scelta della prima maglia quasi tutta nera a strisce blu sottilissime, quasi invisibili. Per non parlare della terza maglia, blu acceso, roba da farti venire il mal di testa. Poi vabbé, sembra roba figa questa delle maglie strane... le usano pure per le partite europee! L'Inter sempre in blu fluo, la Juve addirittura in verde acceso contro l'Atletico. Per non parlare del fatto che qualche anno fa l'Inter aveva la maglia rossa e la Juve rosa. L'unica squadra che sembra avere una terza maglia decente è la Roma, che si veste di nero. Una maglia sobria, se confrontata alle altre diciamo... originali. Poi oh, potrebbe andare anche peggio, a Napoli giocano con una maglia stile jeans... per non parlare dell'anno scorso che avevano la maglia mimetica come i militari!
Immagine di Sky Sport

No, purtroppo non è pazzia. Le squadre di calcio, oggi, giocano davvero con delle divise che sembrano dei pigiami. Merito del marketing, della moda (?) ormai sbarcata anche nello sport. Ci eravamo appena abituati alle scarpe di colori assurdi. Gialle, arancioni, rosse, blu, verdi, addirittura la scarpa destra di un colore e quella sinistra di un altro. Adesso tocca alle maglie. Una volta erano larghe, con i numeri e i nomi enormi, quasi appena stampati. No, oggi no. Oggi i giocatori entrano in campo quasi come se dovessero fare una sfilata. Pettinati, palestrati, infighettati nelle loro maglie cool e nelle loro scarpe estrose. Eppure qualche anno fa entravano vestiti solo di grinta e voglia di giocare a calcio. No, purtroppo non è pazzia. È realtà. E la realtà è che oggi il calcio non è più uno sport ma un business, dove conta più l'immagine, la società sportiva intesa più come brand commerciale che come squadra, il giocatore come immagine di copertina che come sportivo. Il tutto sotto l'egemonia degli sponsor, che tengono in scacco calciatori e società attraverso contratti milionari, ai quali non si può rinunciare. Sponsor che controllano le partite, sempre più eventi mediatici e pubblicitari che incontri sportivi, che controllano i calciatori, sempre più testimonial di pubblicità, che controllano le società stesse, mutandone, pian piano, l'identità e la storia, semplicemente cambiandone i colori delle maglie. Prima c'era il nerazzurro, il rossonero, il bianconero, il giallorosso, il granata, il biancoceleste: oggi c'è il rosso, il rosa, il nero patinato, il verde, il giallo e il blu fluo. Colori sgargianti, per alcuni entusiasmanti, in un calcio che di entusiasmante ha sempre di meno. 

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