domenica 2 giugno 2013

SOCIETA' 2.0

Nell'era della banda larga e delle connettività veloci le nostre vite si stanno adattando alle esigenze e alle caratteristiche delle nuove tecnologie. Computer, tablet, smartphone e compagnia bella sono ormai parte integrante del nostro modo di vivere. Il telefonino non solo è uno strumento in possesso di tutti, ma si è evoluto nel mini computer che ti permette di accedere a contenuti su internet, condividerli ed elaborarli istantaneamente in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo: telefonare e mandare messaggi sono quasi diventate azioni preistoriche, tanto ci si può chiamare su Skype e mandare messaggi con WhatsApp. Insomma, è tutto in continua evoluzione e anche noi, di conseguenza, ci evolviamo costantemente. La domanda da porsi è: in bene o in male? Difficile dare un giudizio esatto. Bisognerebbe valutare pregi e difetti e tirare le somme, ma ognuno interpreterebbe la questione comunque secondo il suo punto di vista. Per alcuni il telefonino e le apparecchiature elettroniche sono vitali, chi per lavoro, chi per svago. 
Ma questo non è certamente un bene: da un lato per i danni alla salute ai quali si può andare incontro, come ben documentato  dalle Ienedall'altro perché si rischia di diventarne schiavi: ore e ore passate davanti al pc o attaccati al telefonino che si trasformano in giorni, mesi e anni; tutto tempo che poteva essere, nella maggior parte dei casi, utilizzato meglio. Basta dare un'occhiata alle persone nei luoghi pubblici, dai bar ai ristoranti, dal teatro al cinema: la maggior parte è occupata su Facebook, a giocare col cellulare o a cercare contenuti inutili su internet per passare il tempo, ad esempio durante l'intervallo di un film. E se invece di pigiare tasti e strisciare dita su uno schermo ci facessimo una bella chiacchierata col vicino di poltrona al cinema? L'interazione verbale e la comunicazione diretta, concreta e tangibile sono alla base dell'instaurazione di relazioni vere, cosa che non possono fare nessuna chat e nessun commento sui social media, che al massimo possono dar luogo a relazioni interattive e non tangibili. Che poi, c'è da dirlo, uscire con gli amici e farsi gli affari propri col cellulare, non è neanche tanto educato. Il colmo è pagare il biglietto per vedere un film e passare il tempo a cazzeggiare su Facebook: la sala del cinema si trasforma in un panoramico flusso di luci nel buio. Tanto valeva rimanere a casa e risparmiarsi i soldi, no? 
Naturalmente è inutile demonizzare la tecnologia, che senza ombra di dubbio ci permette di migliorare la qualità della nostra vita in diversi aspetti, come 
e-government e e-democracy ci dimostrano. Basti pensare soltanto all'enorme capacità comunicativa della quale disponiamo, che ci permette di comunicare con chiunque, in qualsiasi momento a prescindere da qualsiasi distanza. 
Allora la risposta a questo problema può essere sintetizzata così: bisogna imparare ad usare la tecnologia con responsabilità, senza diventarne schiavi. Lo sviluppo della nostra personalità può avvenire solo attraverso interazioni reali, il resto è una maschera costruita ad hoc per essere accettati dalla società. 

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