sabato 14 marzo 2020

Fare la nostra parte

Coronavirus. Una parola che fino a qualche mese fa non immaginavamo nemmeno, presi com'eravamo ad aspettare l'avvento di un 2020 che la nostra immaginazione voleva pieno di novità e sorprese. E invece ecco l'inizio di questo nuovo decennio all'insegna di un'emergenza che sa tanto di fantascienza, fra strade deserte e supermercati che mai erano stati luoghi così di moda.


La nostra quotidianità è stravolta in quelle cose che prima davamo forse troppo per scontate: niente partite di calcio, niente pizza con gli amici, niente chiacchiere al bar. Ma soprattutto niente abbracci, mascherine sul volto, disinfettanti a peso d'oro e un unico grande motto: #stateacasa

Il mondo, insomma, sembra essersi fermato. Tranne per chi sta affrontando il virus in prima linea, ovviamente. Chi in corsia, chi tramite il volontariato, chi nelle stanze dei bottoni a prendere decisioni: a loro deve andare il nostro più grande ringraziamento. Per loro, infatti, il mondo sta andando a mille all'ora e ogni secondo è prezioso in questa battaglia. 

E noi, invece? Per noi, che lavoriamo da casa e usciamo solo per fare la spesa o una breve passeggiata*, che valore ha il tempo, oggi? 

In questi giorni di isolamento, ci ritroviamo inaspettatamente a casa  con un sacco di tempo a disposizione. Essere costretti a rimanere fra le mura domestiche ci costringe a fare i conti con noi stessi, col tempo di cui ci lamentiamo sempre di non avere abbastanza e che finalmente potremmo sfruttare come si deve. 

Milano
Non importa come. Un aperitivo su Skype, una telefonata ai nostri genitori lontani, un libro che ci aspetta da mesi sullo scaffale: chissà quante cose stiamo scoprendo, in questi giorni. E magari chissà quante altre stiamo invece scoprendo di essere. 

Usciamo sui balconi e scopriamolo. Cantiamo una canzone come se fossimo davanti a un falò, urliamo il nostro inno come se ci fossero già le partite della Nazionale alle porte. Non c'è nulla da festeggiare, è vero. Però c'è da rimanere vivi. 

È il momento di dare il giusto valore al tempo che abbiamo. Così come al silenzio che la frenesia di tutti i giorni ci impedisce solitamente di ascoltare. Abbiamo il dovere di tirare fuori il lato positivo di questa strana situazione. Il senso di unità che ci contraddistingue, la ricerca di condivisione, la voglia di raccontare e di raccontarci. 

È l'unico modo per dare il nostro contributo in questo momento. E quando tutto questo sarà passato, avremo un altro grande dovere: ricordarci di questi momenti. 

* perché è per questo che state uscendo, vero? Se non fosse così... rimanete a casa, stronzi! 


Nessun commento:

Posta un commento